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By Marghe 

domenica 1 marzo 2009

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ITALIANS - "L'elefante e l'asinello"

Di Veronica Lenzi



L'America era allora, per me i G.I. di Roosvelt, la quinta armata,
l'America era Atlantide, l' America era il cuore, era il destino,
l'America era Life, sorrisi e denti bianchi su patinata,
l'America era il mondo sognante e misterioso di Paperino…
(Francesco Guccini, Amerigo)

In questo primo articolo dal Nuovo Continente, ho voluto lasciar parlare alcune delle persone con cui da, ormai due mesi, vivo a Washington. L’America sono le sensazioni di un paesaggio, le dimensioni delle cose, gli odori. Poi, arrivano gli Americani. Ed ecco che questo paese diventa un intrico complicato di radici, ricordi, e speranze, condite con assai meno arroganza di quanto la mitologia statunitense farebbe pensare.

Lana ha 22 anni ed è nata in Corea del Sud, dove ha trascorso la sua prima infanzia. Studia Scienze politiche e il suo sogno, una volta laureata, è entrare in una Law School. Prima ha però programmato di trascorrere un anno lavorando, sperando che la crisi economica non la penalizzi eccessivamente. Lana è di tendenze politiche democratiche.
Brittani ha 21 anni e studia Relazioni Internazionali. Convinta repubblicana, di origini israeliane, è stata appena ammessa alla Columbia Law School.

Qual’è il senso delle ultime elezioni americane (se per te ne hanno avuto uno) e come ti senti riguardo alle prime azioni dell’Amministrazione Obama?


Lana: Le elezioni sono state un momento davvero entusiasmante, una sorta di rivoluzione, con due contendenti democratici che erano rispettivamente una donna e un afro-americano. La vittoria di Obama indica che, nonostante i problemi della nostra società, gli Americani sono più progressisti di un tempo. Questo è un segnale importante, soprattutto considerando la battaglia che da 50 anni il Movimento per i Diritti Civili porta avanti. Con queste elezioni gli Americani hanno riaffermato la loro fede negli ideali democratici e, soprattutto, nel vero e proprio concetto di democrazia. Credo che la nuova amministrazione stia affrontando decisioni molto difficili, che provocano inevitabili contrasti. Al momento, non mi sento in grado di valutare il loro operato, ma ho grande fiducia.

Brittani: Sono stata molto coinvolta in questo ciclo elettorale. Forse la mia visione contiene dei pregiudizi, perché il mio voto è andato a McCain. Penso che Obama sia arrivato alla presidenza grazie al suo carisma, ma che non sia il migliore leader che l’America potesse avere. Ha messo il peso dello stimulus package sul Congresso, che è tutto tranne che bi-partisan. Le sue nomine di gabinetto sono state inconsistenti e pare essere in perenne guerra con la stampa. Spero per il bene della nostra nazione che l’Amministrazione migliori.


Potresti riassumere in qualche parola il senso più alto dell’essere Americani (valori, sensazioni e unicità di questa cittadinanza)?


L: Penso che la quintessenza dell’America sia il governo del popolo per il popolo. Questo termine è come un ombrello, comprende tutti gli altri valori americani, specialmente libertà ed eguaglianza. Gli Stati Uniti sono unici perché non sono stati fondati da poteri privilegiati (come monarchia e oligarchia), ma sono invece nati da obiettivi democratici, a differenza di altri paesi. Inoltre, penso che l’America sia una società molto individualistica, dove ciascuna persona è responsabile per il proprio successo. Il sogno americano nasce esattamente da questo, dalle opportunità che questo paese offre.

B: Nonostante l’America contenga in se molte Americhe, ognuna diversa, penso che siamo tutti accomunati da un forte senso di libertà, giustizia e indipendenza. Siamo motivati dall’American Dream, e tendiamo ad essere persone ottimiste. Direi anche che gli Americani sono in prevalenza capitalisti e contemporaneamente grandi filantropi.


Da studentessa universitaria, perché pensi che le università American siano così competitive nel mondo? Vedi in questo sistema una qualche debolezza significativa?


L: Penso che questo sia dovuto al fatto che, come detto, la società americana garantisce eque opportunità, ma è individualistica. Ciascuno è il creatore della propria riuscita e deve quindi essere responsabile per la sua performance universitaria, specialmente perché tramite il duro lavoro si possono aprire nuove e molteplici opportunità. Basandomi sulla mia esperienza, non noto grandi debolezze nel sistema; io ho ricevuto un’ottima educazione universitaria, che mi ha sviluppato sia personalmente che sul piano accademico. Ognuno ha la sua esperienza, la mia è davvero positiva.

B: Penso che le università americane siano ultra-competitive a causa della posizione di superpotenza degli Stati Uniti.


Come ti senti nei riguardi dell’Europa? Sceglieresti di vivere per un lungo periodo nel Vecchio Continente?


L: Per quanto ami l’America, mi piacerebbe molto vivere nel Vecchio Continente. Ho studiato in Europa lo scorso anno e ho amato la antica cultura e la storia che si può letteralmente respirare nelle vecchie città europee. L’America non può offrire tutto questo, è ancora troppo giovane. Forse l’importanza che personalmente attribuisco alla storia nasce dal fatto che la mia identità nasce in Corea, un paese ricco di tradizioni e che mi manca molto. Per questo, l’Europa mi da una interessante sensazione di “casa” ed è stato gradevole vivere in un posto che mi ricordava della mia nazione d’origine, a causa dei legami storici che Asia e Europa condividono.


B: Amo l’Europa, è così ricca di storia e cultura! Ho vissuto lì per sei mesi nel passato e mi piacerebbe molto ritornarci. Rimango comunque molto legata agli Stati Uniti. Il nostro sistema è il meno corrotto, il più efficiente e mi riconosco in pieno nei valori americani.

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