photo © torre.elena CC:Attribution-ShareAlike21 febbraio 2009. Tredici milioni di telespettatori hanno seguito la finale del 59° Festival di Sanremo, con uno share del 49%. Un dato credo molto confortante, visto che fino ad un mese fa questa manifestazione era considerata da tutti morta e sepolta. Anche il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce si è sempre mostrato molto scettico al riguardo, tanto che durante la conferenza stampa di apertura aveva annunciato che, se non ci fossero stati ascolti record, il Festival avrebbe chiuso baracca e burattini.
E invece, dopo il fallimentare Sanremo dello scorso anno (condotto da Pippo Baudo), possiamo tirare tutti quanti un sospiro di sollievo. Il Festival non è mai stato in salute come quest’anno. Tutto merito di un formidabile Paolo Bonolis che ha saputo ringiovanirlo, dandogli quel tocco di modernità che aveva perso ormai da parecchi anni e assecondando le esigenze dei telespettatori in tutto e per tutto.
Le cinque serate sanremesi sono trascorse veloci e in maniera piacevole, senza troppi tempi morti, alternando, in maniera equilibrata, momenti comici, culturali e, ovviamente, di bella musica. Non scordiamoci infatti che il Festival di Sanremo è, prima di tutto, una gara musicale. Sedici artisti (i cosiddetti Big) e dieci nuove proposte si sono alternati sul palco, regalandoci, chi più e chi meno, delle gran belle canzoni.
In questo Sanremo, a differenza dei precedenti, abbiamo potuto ascoltare canzoni che sentiremo ancora per parecchi mesi e che lasceranno senz’altro traccia nel panorama musicale. Ho, quindi, deciso di scegliere e commentare brevemente quattro tra le canzoni per me più significative (e che tutti voi dovreste ascoltare almeno una volta), rispettivamente dalla categoria “artisti” e dalla categoria “nuove proposte”.
Per quanto riguarda gli Artisti ritengo un capolavoro assoluto la canzone di Patty Pravo (“E io verrò un giorno là”); la sua voce è di un’eleganza unica e la melodia e il testo sono pura poesia. Di tutt’altro genere, ma ugualmente bella (e purtroppo passata un po’ in sordina) è la canzone di Alexia e Mario Lavezzi (“Biancaneve”); un duetto ben congeniato per una canzone che ti entra subito in testa. Per quanto riguarda le nuove proposte ho il dovere di menzionare la splendida “Come foglie” di Malika Ayane - forse la canzone più bella dell’intero Festival - emozionante e toccante; un’artista che sicuramente farà parecchia strada nel mondo della musica. E, per finire, segnalo la talentuosissima Simona Molinari, che con la sua “Egocentrica” ha saputo unire nuove sonorità con armonie puramente jazz.
Insomma, un Sanremo promosso sotto tutti i punti di vista, premiato da ascolti da capogiro e dal quale spero si prenderà spunto per le prossime edizioni. Gli amanti di questa manifestazione e della musica italiana possono stare sereni: il festival è risorto.
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