Di Margherita Marchioni
Lungo circa un metro e mezzo, il pesce robot di questa immagine è nato dal lavoro della Bmt Group in squadra con i ricercatori della Essex University. Un esemplare costa 29 mila euro. Perché così tanto? Semplice: perché può fiutare l'inquitamento. I suoi speciali sensori sono in grado di scovare le sorgenti inquinanti presenti nell'acqua e inviano i risultati ai ricercatori, attraverso il WI-FI. La sua forma, inoltre, permette di risparmiare energie e dà al pesce una lunga autonomia lavorativa. Già in passato ne erano stati inventati, ma il vantaggio di quest'ultimo è la la sua possibilità di nuotare senza bisogno di essere telecomandato. Il primo pesce "spazzino" verrà testato nel porto di Gijon, in Spagna, il prossimo anno e, se darà risultati positivi potrebbe colonizzare le acque di tutto il mondo!
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