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By Marghe 

domenica 22 marzo 2009

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"25enne muore in carcere perché gestiva un blog"

Margherita Marchioni


E' accaduto in Iran, dove Omidreza Mir Sayafi,  giornalista di 25 anni, è morto nella cella in cui era rinchiuso da un mese e mezzo a causa della sua attività giornalistica online. Secondo i responsabili del carcere di Evin, il ragazzo si sarebbe suicidato.  Reporter Sans Frontieres accusa il carcere di non aver curato le crisi depressive in cui il ragazzo ricadeva frequentemente e sottolinea quanto sia importante la denuncia delle violazioni dei diritti umani in Iran. Il dialogo con questo Paese non può prescindere dalla condanna di queste pratiche, che in Iran sono all'ordine del giorno. Il giovane Mir Sayafi era stato rinchiuso dopo essere stato processato  in novembre "per avere offeso i dirigenti della Repubblica islamica e avere svolto propaganda ostile allo Stato" (l'Unità, 21/03/2009). Gli articoli diffusi sul blog del giornalista deceduto trattavano soprattutto di cultura e musica tradizionale iraniana. Altre numerose persone che lavorano sul web sarebbero state arrestate perché sospettate di far parte di un «complotto» orchestrato da potenze straniere.

E' doverosa una riflessione, in un momento in cui, anche in Italia, si sta cercando di limitare il Web per controllarne le devianze. Bisogna sempre ricordare che, nel corso della storia, la censura ha colpito spesso in modo arbitrario. Bisogna ricordare che una volta, anche in Italia, non si poteva esprimere la propria opinione. I casi Biagi e Santoro sono stati un attentato contemporaneo alla libertà di opinione e di stampa. In molti Paesi accade quello che è avvenuto in Iran. Bisogna lottare affinché la nostra libertà influenzi la loro censura, per evitare che avvenga il contrario. 

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