Di Alessia Manferdini
Giovane randagia torturata e uccisa a Porto Empedocle
In queste ultime settimane, l’Italia è stata attraversata dalla bufera del randagismo, che ha colpito soprattutto le regioni del sud. Basti pensare che nella sola Sicilia le stime indicano la presenza di 68 mila cani randagi. In poco meno di un mese già 4 vittime: un bambino di dieci anni che ha perso la vita a Scicli, una studentessa tedesca di 24 anni sfigurata da un branco di cani sempre nella stessa città, una coppia di Carabinieri che si sono difesi con le loro armi di servizio e, infine, un uomo di 40 anni che però non ha subito danni.
Tra lo sgomento generale, però, salta fuori che una legge in realtà già esiste – è la legge 281 del 14 agosto 1991, perfezionata con un decreto ministeriale nel 1996. Nel testo di legge - disponibile sul sito internet dell’ENPA - si lascia l’ultima parola alle realtà locali, che dovrebbero affrontare questo problema autonomamente. Lo Stato, sempre secondo la legge, avrebbe comunque dovuto emanare fondi destinati alla costruzione di canili e rifugi in grado di ospitare anche un elevato numero di animali, in modo da permettere loro di vivere in condizioni igieniche adeguate. Queste le norme stabilite dallo Stato che, per uscirne comunque con la coscienza pulita, delega ai comuni la gestione di questa piaga ormai decennale. I veterinari, riguardo agli episodi di Scicli, si chiedono dove siano stati spesi questi fondi, e considerano la legge contro il randagismo un fallimento. ...
La domanda sorge spontanea: dato che questo problema esiste da molto tempo ed esiste anche una legge per risolverlo, perché sono accaduti incidenti gravi, in cui persone giovanissime hanno perso la vita o sono state segnate per sempre? Perché nessuno ha mai cercato di risolvere la situazione nonostante le denunce dei cittadini?
Tutte le autorità sgomitano per esprimere la propria opinione e si mostrano indignate, tra disappunto e cordoglio. La loro soluzione cambia ogno giorno: abbattimento, isolamento, cattura e sterilizzazione.Ormai è ricominciato il massacro mediatico dei cani, randagi e non. La gente, soprattutto nel Sud, inizia ad uccidere gli animali, torturandoli prima di togliere loro la vita. Verranno stilate nuove liste di razze pericolose - in cui si rischia di vedere inclusi persino Chihuahua e Maltesi.
Mi chiedo quando capiremo che siamo noi, in quanto razza umana dotata di ragione, a dover prevenire questi disagi! Non è ancora chiaro, nelle nostre menti sopraffini, che qualsiasi cane affamato può diventare aggressivo? Si dice che prevenire è meglio che curare. Allora, invece di parlare di abbattimento o sterilizzazione, lo Stato dovrebbe costruire più canili in tutta Italia! Si dovrebbero investire più soldi per i nostri “migliori amici”. Le virgolette le ho messe perché li consideriamo amici solo quando sono docili e rispondono ai nostri ordini. Questa non è vera amicizia, soprattutto da parte nostra.
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