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By Marghe 

martedì 3 marzo 2009

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La 'Ndrangheta tra i canguri

Di Margherita Marchioni

photo © Björn Söderqvist CC:Attribution-ShareAlike

Se all'estero noi italiani siamo descritti a suon di mandolini, spaghetti e mafia, un motivo forse ci sarà. "The Independent", uno dei principali quotidiani britannici, pubblica sul suo sito un articolo che parla di Griffith, città australiana di 25.000 abitanti. Scordatevi canguri e aborigeni. Va in scena, ancora una volta, la malavita organizzata. Più precisamente, la 'Ndrangheta, insinuatasi anche tra i vigneti a 350 miglia ad ovest di Sydney.

A causa di una mini-serie televisiva australiana che racconta l'affermarsi del mercato della droga nel paese, i cittadini di Griffith si sono ritrovati al centro di qualcosa più grande di loro. Il 60 percento della popolazione della città vanta origini italiane. Le strade sono disseminate di ristoranti e caffè ispirati al nostro stivale. A molti non va proprio giù che la tv turbi il quieto vivere o rovini la reputazione del loro paese.

Tuttavia non è possibile additare la tv come sola colpevole. Alcune famiglie della zona, infatti, contribuiscono attivamente alla "rovina" di Griffith. L'anno scorso sono state perquisite 4 proprietà sul territorio, in seguito al sequetro di una partita di 15 milioni di pillole di ecstasy. Tra i perquisiti anche un italiano, Pasquale "Pat" Barbaro, discendente di una delle famiglie arrivate sull'isola dagli anni '30 in poi. I primi immigrati italiani diventarono coltivatori ma, con il tempo, alcuni di loro cominciarono a produrre marijuana, che permetteva di arrotondare le entrate. Il mercato si allargò in seguito anche a Sidney e Melbourn. E' quest'ultima ad essere diventata oggi il luogo in cui brulicano le vendite degli stupefacenti.
Griffith sembra avere ridimensionato il suo rapporto con la droga, anche se secondo alcuni cittadini nulla sarebbe cambiato: è la paura di parlare che impedisce alla verità di salire in superficie.

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