PLAYLIST della SETTIMANA

Music  

By Marghe 

martedì 5 maggio 2009

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I meme di Facebook

Di Marco Montanari

In un martedì nel quale di fatto nulla di tecnologicamente rilevante è successo anche se le grandi verità di questi giorni sono 
  • è passato un mese dal terremoto in abruzzo ma la pornografia emozionale mediatica non è ancora finita 
  • l'influenza "porcina" ha camiato 3 volte nome: influenza suina, influenza (senza fare vedere foto di maiali o dire "maiale" o sinonimi), e ora l'elegante e asettica influenza A.
Quello che merita, questa settimana, è questo, l'opinione del team di CollegeHumor sul meme di Facebook "25 cose su di me"

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venerdì 1 maggio 2009

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Nerd, testo e Tipografia

di Marco Montanari

I nerd si trovano costretti, a causa delle tecnologie informatiche, a leggere un sacco. Meglio leggere cose belle che cose brutte. E non sto parlando di contenuti. Il modo di presentarsi che ha il testo è fondamentale. Quindi oggi vi voglio introdurre nel mondo molto nerd dell'arte tipografica visuale (in effetti è un ibrido tra arte e nerditudo).

Iniziamo con qualcosa di non tipografico, un meraviglioso video-tutorial-opera d'arte del team Motion Theory su Chrome, che a sua volta ha appena aperto il proprio canale su Youtube.


Dopo questo gioioso e coloratissimo video, iniziamo con alcune perle tipografiche

Iniziamo dalla famosa scena di Star Wars con Vader che commenta "Questa vostra mancanza di fede mi disturba". La resa è molto interessante soprattutto a causa del font scelto. E' evidente una notevole eleganza costuttiva anche se non ci sono straordinari effetti.

Sempre da Star Wars, nella Taverna di Mos Esley (sentite la famosa musichina di sottofondo?). La resa della tensione è data dall'unico elemento non testuale, che è comunque il benvenuto. La sua bidimensionalità tiene comunque fede al concetto grafico di moving typography.

Ovviamente la famosa musichina è stata presa e ripresa da parodie e citazioni in varie salse. Fra le tante da consigliare la bellissima versione dei Griffin (5° stagione primo episodio - Blue Harvest).

Ora torniamo su film culto: Di V per Vendetta una ottima e originale trasposizione del dialogo (che nella versione originale era una meravigliosa sequela di allitterazioni) nel quale V si presenta a Eevy. Meraviglioso il finale ingenuo del "So you are like a crazy person"


Più incentrato sul discorso di V questa versione molto bella e quasi zen


Tornando al faceto, una splendida scena dei Griffin nella quale Stewie va al corso di recitazione e battibecca con la ragazzina brava ma stronzetta.  


Ed ecco l'originale. A volte sembra che il testo in movimento sia quasi meglio dell'originale...


Lo splendido uso del colore e della scrittura come elemento divisorio ci porta ad un esperimento italiano sul segno animato. L'eleganza dell'A sul Tavolo è notevole e di un garbo che ci porta indietro nel tempo all'età dell'oro dell'animazione italiana (come sono lontani quei tempi...)


Sempre in italiano l'ottima intro di Inside Man. Qui si unisce Segno, tipografia e un geniale "movimento di macchina", che in questo caso è solo movimento della telecamera virtuale. Il risultato è veramente notevole.


Chi si diverte a sentire quella meravigliosa registrazione comica del numero di assistenza psichiatrica, adorerà questa splendida versione tipografica. Notare i cambi di spazialità tra un tipo di risposta ed un altro. 


Il prossimo video è il più citato dialogo di 300. L'aspetto affascinante è l'uso delle decorazioni vegetali per mostrare il flusso del pensiero. 


Per ultimo il finale di Dark Knight. Il motivo per cui l'aspetto tipografico è affascinante vi sarà evidente alla fine del finle :P


Ok, avevo detto ultimo.... Ma non è del tutto la fine:
Qualche ottimo designer ha trasformato il discorso fatto da Obama nel New Hampshire durante la campagna elettorale. E con questo abbiamo davvero finito ;)

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mercoledì 22 aprile 2009

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La tecnologia che ci aiuta

di Marco Montanari

Cercavo recentemente applicazioni che facessero uso dei gioiosi accelerometri dei palmari, ma a parte giochi se ne trovano poche. Ho però trovato una applicazione di indubbio interesse che può aiutare tutti i giorni, e questa mi ha dato uno spunto per l'articolo di oggi. Quali sono i software che possono aiutare tutti senza staccarci dall'amato monitor?

Iniziamo con un progetto di Stanford, il Quake-catcher Network. Molti portatili IBM/Lenvo e anche di altre marche hanno al loro interno un accelerometro (ricordate la buffa pubblicità dell'omino che butta per terra il portatile al sushibar?). Il QCN permette di sfruttare tramite un piccolo software i dati dell'accelerometro per avere una rete di misuratori dislocata in giro per il mondo che permettono di analizzare la distribuzione di scosse sismiche. Sul sito trovate una mappa con tutte le posizioni nelle quali si trovano macchine con quake-catcher attivo, quindi se avete un portatile con accelerometro, scaricate e aggiungetevi al network!!!

World Community Grid è, invece, un progetto non gestito da una università ma da un privato ed offre la potenza di calcolo inutilizzata dal vostro PC mentre siete al telefono, in bagno, a pranzo o cena per lavorare su progetti di diverso tipo scelti da voi. Quindi si va dal sequencing di molecole o di dna a calcoli su rgavità o astronomia.

WCG è basasto su un sistema, però, creato dall'università di Berkeley per il suo progetto SETI@Home, per collabrare al progetto SETI della NASA. Il sistema si chiama BOINC, ed è possibile supportare tramite apposite applicazioni ricerche in ambito fisico, matematico, statistico, informatico, medicale. Boinc offre anche la possibilità agli sviluppatori (si, sto parlando di noi nerd all'ennesima potenza) di crearsi un proprio sistema di grid computing per l'ambito aziendale (ad esempio per sfruttare la potenza di calcolo per effettuare render complessi o calcoli di statica che richiederebbero ore o giorni).

E ora possiamo lasciare acceso il pc 24/7, è per il bene di tutti!!! ;)

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venerdì 17 aprile 2009

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"ON THE MOVE"

Di Margherita Marchioni


”On The Move” è il titolo voluto da Ferrovie dello Stato e dal Comune di Castel Maggiore per la riqualificazione della fermata ferroviaria, il cui sottopassaggio, abbellito dai nuovi murales disegnati dall’associazione interculturale “Tinte Forti”, è stato presentato ieri ai cittadini dal sindaco Marco Monesi, da Vincenzo Cefaliello, responsabile delle stazioni dell’Emilia Romagna di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), e dagli artisti che hanno realizzato l’opera.

Il fenomeno vandalico dell’imbrattamento dei muri ha spinto Ferrovie e amministrazione a utilizzare una forma d’arte alternativa, sostanzialmente rispettata anche da chi è solito deturpare i luoghi pubblici. Ora il sottopassaggio è abbellito da figure colorate in movimento, che sembrano voler fare compagnia a chi sta andando al binario a prendere il treno. La stazione, infatti, tende spesso ad essere un luogo di passaggio solitario, dove non sempre si ha il tempo per fare due chiacchere e socializzare. I murales rendono più piacevole e allegro il percorso, soprattutto nelle ore serali, quando un luogo poco curato viene di solito considerato anche poco sicuro. A fare da cornice alle scritte e alle “persone” che scorrono lungo i muri ci sono tante api, simbolo del Comune di Castel Maggiore.

Non sono solo i murales, però, a dare un valore aggiunto alla fermata. Gli interventi migliorativi sono stati numerosi: la completa ritinteggiatura della fermata, l’installazione di una nuova bacheca informativa nel sottopassaggio, l’aumento dei posti per il parcheggio delle biciclette e la totale risistemazione delle aree verdi. Entro l’autunno, invece, RFI inizierà i lavori per la realizzazione di un nuovo impianto di informazione al pubblico, con la sostituzione del sistema sonoro e il miglioramento dei monitor, che soddisferà le ripetute richieste dei pendolari. Anche la sicurezza verrà aumentata, grazie all’installazione di un sistema di videosorveglianza collegato alla locale sede della Polizia Municipale. Infine la fermata sarà un’ulteriore occasione per potenziare la raccolta differenziata, grazie a cestini diversificati per i vari materiali.
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"Trench Mon Amour!"

Di Barbara Grazia


Lungo o corto, con una fila di bottoni oppure doppiopetto, con cintura di tessuto o rigida, il trench è un evergreen immancabile nell'armadio della fashionista. Il trench è un tipo di impermeabile, generalmente lungo fino ai polpacci, molto usato dai soldati durante la Prima e la Seconda Guerra mondiale. Non a caso letteralmente trench significa “trincea”.
Sopravvissuto a tutte le mode, è leggero, perfetto per il giorno ma anche per la sera (si indossa sia con le ballerine, sia con le sneakers e persino con decoltè) e cosa più importante… sta bene a tutte: basse, alte, formose, magre..

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"IL MESTIERE PIU' VECCHIO DEL MONDO A RISCHIO ESTINZIONE"

Di Alessia Manferdini


L’Abruzzo non ha retto al devastante terremoto che l’ha colpito ed è crollato; e anche Michele Santoro, nella parte del terremoto, non si è risparmiato per niente. È riuscito a creare l’ennesimo polverone mediatico a causa della sua lingua biforcuta o, per rimanere in tema di catastrofi naturali, ha originato una scossa mediatica disastrosa.

Nella puntata della settimana scorsa ha attaccato l’operato della protezione civile, guidata da Guido Bertolaso, accusando i volontari di non essere arrivati sul posto immediatamente e di non aver prestato soccorso immediato ai terremotati. A testimonianza di ciò, un’intervista ad una sopravvissuta al terremoto che accusava i soccorsi di essere arrivati solo dopo alcune ore dalla scossa e affermava che mancasse addirittura l’acqua da bere. 

Sono giorni in cui Tv e Giornali hanno piazzato in pianta stabile i loro inviati in mezzo alle tendopoli, in cui non mancano occasioni per fare collegamenti, inserire edizioni speciali in diretta dall’Aquila e di mostrare quanto il Presidente del Consiglio e suoi Ministri siano presenti tra gli sfollati e quanto stiano facendo per aiutare la gente. Neanche fosse il messaggio a reti unificate del Presidente della Repubblica.

Un bombardamento mediatico che da giorni ci mostra ogni minimo cambiamento. Il primo taglio di capelli, il primo bambino nato, il primo giorno di scuola, il primo giorno di lavoro… mi chiedo quando ci mostreranno il primo giorno in cui queste persone verranno lasciate in pace!

Quando arriverà il momento in cui questi giornalisti (?) capiranno che ormai non è più informazione ma speculazione? Sono come vampiri attaccati al collo di una vittima inerme e indifesa.Dopo il Presidente Operaio e il Presidente Ferroviere, ora il Cavaliere Mascherato, si propone nelle vesti di Presidente Terremotato.

In mezzo a tutto questo buonismo, Santoro, ha voluto mostrare l’altra faccia della medaglia, quel lato oscuro che la libera (?) informazione si è premurosamente occupata di non mostrare. E ancora una volta viene messo a tacere un pilastro dell’informazione italiana solo perché ha avuto il coraggio di far vedere anche quello che è andato storto, quello che non è stato fatto. 

Indubbiamente la protezione civile ha fatto tutto il possibile, sono stati angeli che hanno salvato e accudito centinaia di persone e hanno permesso di ritrovare esseri umani ancora vivi sotto le macerie. Ma ciò non toglie che, in una regione ad elevato rischio sismico, la protezione civile non aveva pronto un piano di emergenza terremoto. Santoro voleva solo aprire gli occhi delle persone, far vedere che non è tutto oro quel che luccica, perché se fosse stato così allora le case sarebbero state costruite con criteri antisismici e non con la sabbia del mare. 

Ma questo è l’eterno problema italiano. Il problema di avere una tv pubblica (?!) che è sotto il controllo del governo e che quindi deve stare a regime! Oggi si viene a sapere che dal 1999 esiste un rapporto della protezione civile in cui sono elencate le case a rischio, viene fuori che ne erano a conoscenza tutti, giornalisti compresi, ma salta anche fuori che nessuno ha detto niente! Questo è il problema di un Paese civile, in cui soltanto i morti risvegliano le coscienze. 

“Piuttosto che parlare del Vauro estinto sarebbe meglio che questa sera Santoro e la sua compagnia di giro parlassero del Caro Estinto, cioè di quel giornalismo che Montanelli definiva "un mestiere bellissimo" (Dagospia.com)


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mercoledì 15 aprile 2009

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ITALIANS - "Corri ragazzo, corri!"

Di Veronica Lenzi


Qualche giorno fa mostravo ad un paio di amici italiani il palazzetto dello sport di UCLA, dove vengono giocate prevalentemente partite di basket e pallavolo. “È più grande del Pala Malaguti!” ha esclamato uno di loro con voce tra l’invidioso e lo sconsolato (i due erano di comprovata fede virtussina, come si addice alle persone di buon senso). “In effetti, quelli del football qui a fianco potrebbero aversene a male, hanno meno spazio”, ho risposto io mostrando quello che è “solo” un gigantesco stadio da allenamento, poiché la squadra gioca a Pasadena. E così, continuando nella nostra passeggiata, abbiamo incrociato, nell’ordine, 12 campi da tennis, lo stadio di atletica, la piscina coperta e scoperta, i campi da basket e la palestra da cinque stanze, gratuita per tutti i Bruins (ovvero gli studenti di UCLA).

La mia università è sicuramente uno dei più legati al mondo sportivo, ma questa non è partigianeria: dalle high schools in avanti, l’intero sistema scolastico americano è attento a promuovere e foraggiare la nascita di nuovi talenti sportivi. Se UCLA ha contribuito a 15 delle 82 medaglie statunitensi, il motivo risiede nel suo successo durante la gara spietata fra colleges che si svolge ogni primavera per aggiudicarsi i ragazzi più promettenti. Le borse di studio sportive rimangono fra le più vantaggiose del sistema universitario ed è certamente vero, come ricordano gli altri studenti con un pizzico di malignità, che permettono a studenti non esattamente brillanti di accedere ai college di punta della nazione solo per le loro doti sportive. A onor del vero, però, se lo studente-sportivo trascura i libri a favore dell’allenamento, risultando ripetutamente assente alle lezioni o fallendo gli esami, viene automaticamente sospeso dalla squadra fintanto che non torna sulla retta via.

Non bisogna ovviamente pensare che le università investano in modo così massiccio sullo sport per puro spirito di servizio al medagliere della nazione. I ritorni economici e di prestigio ci sono eccome. Gli USA ospitano l’associazione sportiva universitaria più grande del mondo, la National Collegiate Athletic Association (NCAA), sotto la cui egida giocano circa 1200 colleges, divisi in varie conferences (sotto-categorie basate sulla posizione geografica). La NCAA organizza e gestisce campionati in quasi cinquanta specialità differenti, portando le migliori università di ogni conference alla sfida finale. Molti sport hanno successo di pubblico, permettendo all’organizzazione (e alle università) di ottenere buoni ricavi dai biglietti. Le partite si svolgono seguendo le regole e le tradizioni dei professionisti, speaker (studente) che commenta le partite incluso. Basket e football sono le discipline più popolari, tanto che persino Mr. Obama non ha resistito a compilare il suo personale pronostico (bracket) per i risultati della pallacanestro. Purtroppo per lui, Duke ha cancellato le speranze di vittoria della sua favorita North Carolina. Gli studenti migliori, sono ovviamente i candidati ideali ad essere scelti dalle squadre statunitensi, una volta terminati gli studi.

Terminando la nostra arrampicata sulla collina del campus con un caffè ristoratore, i miei amici ed io abbiamo pensato con un po’ di tristezza ai nostri atleti costretti a cercare uno sponsor con il lumicino e a far necessariamente parte delle forze armate per poter continuare ad allenarsi. Inoltre, riflettevamo sul fatto che un sistema integrato come quello americano, dove lo studente non deve percorrere kilometri per trovare un luogo di allenamento decente, aiuta il giovane sportivo a non dover mollare gli studi pur di continuare il proprio sport, evitando una scelta difficile e comunque ingiusta.

Per una volta, abbiamo concluso noi italiani, c’è da prendere esempio.
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"Facebook Fever"

Di Alessia Manferdini

Julian Smith è un genio!

Per chi non lo conoscesse è un comune ragazzo americano che spopola su YouTube con il suo video dal titolo “25 Things I Hate About Facebook”. Tutto è nato in risposta alla nuova moda che impazza sul social network di scrivere una nota intitolata “25 cose su di me” in cui poi si possono taggare gli amici così che possano conoscerti meglio e avere più informazioni – ma siamo davvero così interessanti?!

Così da quando il suo video ha fatto il giro del mondo, Julian è diventato un’icona per molte persone, tanto da essere intervistato allo show televisivo di Tyra Banks e invitato a fare un tour esplorativo nella sede centrale di Facebook a Palo Alto, California.

A dire il vero comunque la nuova star del web non odia FB, ma l’uso – molto spesso spropositato e senza controllo – che ne fanno le persone.
La cosa più divertente sono ovviamente i suoi commenti… date un'occhiata!




Ma ecco qui la sua lista, giudicate voi!

#1 - 25 Things I Hate About Facebook
#2 – Poking
#3 – “Happy Birthday” Wall Post
#4 – Compare People App
#5 – Pillow Fight Request
#6 – Facebook Chat
#7 - Gifts
#8 – Abusing Status Update
#9 – Old People on Facebook
#10 – Event Invites
#11 – Group Invites
#12 – Top Friend Drama
#13 – Webcam Video Comments
#14 - Flair
#15 – Bumper Stickers
#16 – Detail Requests
#17 – Relative Requests
#18 – Bad Tagged Photos
#19 – “LOST PHONE” Facebook Exploitation
#20 – People You May (Not) Know
#21 – Creepy Ads
#22 – Threads 
#23 – Picture Shrinkage 
#24 – Duplicate Pictures
#25 – Facebook Relationship Gossip

E tu cosa odi di FB? 

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"La Pasqua porta ritardi!"

Come avrete notato ci sono stati diversi ritardi la scorsa settimana, che si sono protratti fino ad oggi. La Pasqua, i parenti, le uova da scartare, e a internet chi ci pensa piu'??
Torneremo a regime in questi giorni, con tutte le nostre rubriche! Questo pomeriggio verrà anche pubblicato il nuovo pezzo di "Italians" dagli U.S.A. della nostra Veronica!
A piu' tardi!
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Uno per tutti, tutti per IPhone

Di Marco Montanari

Ultimamente sempre più persone si muovono nel nostro paese con in tasca un iPhone di prima o seconda generazione e/o un iPod Touch. Quindi oggi vorrei introdurvi ad un paio di interessanti applicazioni per questi gioiosi oggetti.

Iniziamo dal grande classico, che probabilmente qualcuno avrà già letto e utilizzato in viaggi in treno o bus: Taptap Revenge, uno dei giochi di maggior successo da quando è stato creato l'AppStore. Questo gioco è nella scia dei tanti Guitar Hero, DDR, Rockband, ecc... ma fatto sull'iphone è decisamente notevole (anche perchè giustifica gesti decisamente idioti in luoghi pubblici per la gioia della comunità).



Una applicazione fondamentale per chi si trova a viaggiare spesso è AroundMe. Questa piccola applicazone molto semplice da usare vi permette di sapere cosa si trova attorno a voi fra bar, ristoranti, musei, ... tramite o il vostro GPS o la posizione intuita nel caso dell'ipod touch. Ovunque vi troviate questa applicazione vi permette di sapere cosa fare quando avete un momento libero.

Per quelli di voi che non sono ancora usciti dal tunnel dell'infanzia passata a giocare con Link e il cavallino Epona, l'applicazione Ocarina è un must. Questa vi permette di suonare una ocarina stilizzata semplicemente soffiando nel microfono e premendo i punti dello schermo.


Per chi di voi a volte è scomodo o sconveniente leggere articoli in ufficio oppure semplicemente vuole rimandare la lettura di un dato articolo a momenti di maggior relax, Instapaper fa al caso vostro: tramite un piccolo pulsante da aggiungere al browser, le pagine che volete leggere vengono automaticamente salvati sull'iphone per essere letti in seguito.

Altro grande classico soprattutto per giornalisti e studenti, iTalk, una piccola applicazione che vi permette di registrare memo o interviste tramite un enorme pulsante rosso con la scritta "REC". Poco altro c'è da dire, a parte che i file vengono inviati automaticamente al computer e che quindi potete riascoltare il tutto tramite itunes senza alcun problema.

Una ultima applicazione molto divertente da avere è FakeCall, che vi permetterà di uscire da riunioni noiose e discussioni spiacevoli tramite una finta chiamata da un contatto fasullo.

Ora non resta che comprare un iPhone o un iPod touch! (o un buffo sostituto cinese senza applicazioni :P)
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lunedì 13 aprile 2009

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FLICKR ARTIST: "Area Bridges", Sean O'Brien

Di Margherita Marchioni

Il fotografo che presento oggi si chiama Sean O'Brien. Le sue foto giocano con tecniche diverse. Quelle che mi hanno colpito di più sono i suoi collages e le esposizioni lunghe e distorte che giocano con la luce. Ecco che cosa ci ha raccontato!

Visitate il suo sito su Flickr!

Visit him on Flickr!

"Landscape 2"

1) Tell us something about yourself as a photographer

I've been obsessed with cameras since I was a kid. As a teenager I got into 35mm and making black and white prints. I’ve always liked playing with long exposures, distorting angles, and unusual perspectives. In college I carried a camera everywhere (a Pentax ME-Super), shooting black and white film and pretty much documenting everything -- to the point where it developed into a sort of pathological habit. Eventually I felt like I had just spent too much time in the darkroom, so I slowed down and started using an old medium-format camera (a Yashica D) and color film for a few years. Then I got hooked on getting long exposures with Polaroids, which kept me pretty busy for a while. That led to the Polaroid Joycam, and I eventually realized I could do multiple exposures with that camera. Then there was a period when I was mostly just taking baby pictures. About a year and a half ago I saw my first TtV (“through the viewfinder”) photos, and I jumped right in, at more or less the same time as I joined Flickr.

In general I tend to enjoy photography most when it's got an element of play to it. I like getting wrapped up in the process, trying out new approaches.

"GCT"

2) Let's talk about photocollages. I adore your "Jack-o-Lantern" photo. How do you plan a photocollage? Is it difficult?

With my new DSLR it's relatively easy to do a collage, because I canpan across the scene at different angles, taking dozens of shots in just a couple of minutes. Of course, I'm usually doing this through a big LEGO contraption built around a Brownie or a Duaflex, shooting through the viewfinder, so it's "relatively" easy. I assemble collages in Photoshop, adding each individual shot as a new layer. That is not terribly difficult, but it does take more than a little patience.

One thing I like about doing photocollages with TtV shots is that the perspective is already pretty strongly distorted in each photo, so when you start lining them up there is a significant curvature to everything -- there’s just no way the various pieces are going to line up “correctly,” in other words, so you have to improvise and choose how to work it out.

The "Jack-o-Lantern" collage is a little different than most of the others because it's all close-ups. I was having trouble getting a good standalone TtV photo of the pumpkin, and I thought it would be worth getting in close and turning it into something big.

"Jack-o-Lantern"

3)You love long exposures, where you can play with light and blurring edges. Do you think that a photo can be great even without being in focus or recognizable?

I like how long exposures can turn different light sources into abstract compositional elements. I'm not all that interested in getting accurate reproductions of my subjects -- I would rather get an unusual perspective, make something strange out of something relatively straightforward.

"Jellyfish (x4)"

4) What are your inspirations?

I know it's trite, but my kids are my biggest inspiration lately. I love taking pictures of them getting lost in play; it's my playtime! I've particularly enjoyed taking them to natural history museums and aquariums, which I remember being fascinated with when I was young. It helps that there are so many visually dramatic, surreal situations in museums -- it's good all around, because they have fun, and I have fun taking pictures of them having fun. Plus, they will have some pretty unusual family snapshots to look back at.

"Light toys"

5) What part as Flickr in your being a photographer?

Flickr is great. It’s amazing how it can bring together all these arcane subcultures -- people who are obsessed with LEGO, people who love to take pictures of trees in fog, people who take pictures of headless dolls as seen through sunglasses, whatever. I feel at home in the “through the viewfinder” group, where a lot of my contacts post, and I’m familiar enough with their style that I can sometimes guess who the photo is from before seeing the name.

It’s great getting feedback and then seeing the photostreams of those people -- you never know whether you will see something like what you do yourself, or something else entirely. It sort of opens up your imagination and gets you thinking in different visual terms. I’ve tried a few new techniques after seeing them in my contacts’ photostreams (for instance, lately, using polar distortion to make “little planets”), and sometimes I’m out shooting and think “Valcox is going to like this one.”

I think Flickr is a brilliant use of the internet, just because visual information is so fast. You can tell almost instantaneously whether a photo interests you, so you can very quickly sort through a page of thumbnails and identify what you like. (You can’t really browse through music or books or films with that kind of efficiency). So it’s easy to focus on what you like, and simple to “favorite” it; once you get drawn into the whole economy of comments and favorites andcontacts and groups, Flickr becomes a self-reinforcing obsession.

"Post Street"

6) What's your favourite technique? And camera?

I'm pretty stuck on TtV these days -- it has really sparked a whole new wave of activity for me. In certain ways it's very limited and rigid, like a cookie-cutter approach to images, but at the same time it tends to distort angles and introduce a surreal quality. The limitations themselves are a kind of challenge, something to react against.

I love my new camera. It's a Pentax K200 digital SLR. I've had if for about five months, and I've barely scratched the surface in terms of its various settings and modes. It has made it incredibly easy to experiment when I'm shooting, because I can take literally hundreds of exposures, just moving forward in the knowledge that I can sort it all out later, on the computer.

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venerdì 10 aprile 2009

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CINEMA VINTAGE: "PROFONDO ROSSO"

Di Daniele Bertuzzi

 “…Situazioni incongrue, pallidi tentativi di giallo rosa nei duetti fra Hemmings e la Nicolodi, una foto di Marilù Tolo per commemorare gli amori del regista, la malinconica riesumazione di Clara Calamai e una superdose di efferatezze che a Hitchcock sarebbero bastate per dieci film…” Nel 1975 gran parte delle critiche stroncano il nuovo film di Dario Argento che, invece, raccoglie un fortissimo consenso tra il pubblico. Il quinto film del Maestro è un thriller-horror che tiene in tensione dall’inizio alla fine e mostra invenzioni a livello visivo e strutturale poi riprese da altri grandi registi contemporanei (tra tutti il grande Quentin Tarantino). Alla storia decisamente ricca di tensione si aggiungono una colonna sonora agghiacciante e degli effetti speciali volutamente esagerati ma perfettamente azzeccati. 

Marc, giovane pianista, assiste all'assassinio di una parapsicologa ma non riesce a vedere il volto dell'omicida. Mentre indaga aiutato da una bella giornalista, le persone con cui viene in contatto cominciano ad essere assassinate una dopo l’altra. La verità è insospettabile. 

Argento unisce agli stereotipi del thriller (quattro omicidi, lo sconosciuto che decide di indagare da solo…) una visione personale dell’horror: le uccisoni devono essere sadiche e spaventose. Perciò la vittima prima deve soffrire e poi essere uccisa con oggetti quotidiani (lamette, acqua bollente…) per far ricordare allo spettatore il dolore che sicuramente anche lui ha vissuto se pur in maniera minore. Un film che gli amanti del genere non possono non avere visto: un capolavoro.

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...e poi arrivò il 3D...

Di Marco Montanari

Vi chiedo scusa per il gioioso ritardo nella pubblicazione di questo post, ma fra Telecom e Blogger solo oggi sono riuscito ad accedere alla pagina di thebeenews.
Volevo parlarvi del meraviglioso film Mostri contro Alieni 3D, e soprattutto di come avere l'esperienza del 3D anche davanti al vostro PC casalingo.


Il 3D nel film è dato da due immagini colorate in modo leggermente diverso in modo da essere filtrate dalle due lenti degli occhiali che vengono forniti all'ingresso in sala. L'effetto è notevole, soprattutto per il fatto che le lenti sono sostanzialmente incolori e quindi i colori restano quasi perfetti.
Ma come si è evoluto il 3D e come possiamo averlo sul nostro pc (possibilmente spendendo poco)? Tutto iniziò con le mitiche immagini stereoscopiche per vedere le quali era necessario usare gli occhialini rosso-blu o verde-rosso. Questo approccio è fra l'orrendo e il terrificante se usato con color così pesanti. Per divertirsi è possibile provarlo in modo nativo nel gioco TrackMania Nations. Basta avere un paio di occhialini rosso-blu ed il gioco è fatto!

Subito dopo fu sviluppata la tecnologia basata su immagini polarizzate e lenti che filtrano esattamente quelle polarizzazioni. Costa molto implementarla la prima volta, ma rende MOLTO bene la grafica.

L'altra strada, commercialmente molto praticabile benchè molto discussa, è quella scelta da NVIDIA, la casa produttrice delle schede grafiche di molti PC. Questa prevede le cosidette lenti attive, ovvero delle lenti che ritmicamente diventano trasparenti e opache. Tecnicamente per il singolo è abbastanza comodo, ma in ambienti con tanti giocatori diventa davvero complesso riuscire a mantenere il sistema funzionante. Inoltre dato un gioco gli si dimezza, sostanzialmente, la frequenza delle immagini, fornendo una parte all'occhio destro e una parte all'occhio sinistro. La discussione nelle cerchie degli adepti del 3D e dei videogiocatori incalliti è aperta, considerando il costo della scheda (199$) e le possibili ripercussioni negative sui giochi.

Ovviamente sarebbe bello non dover portare degli occhiali appositi per vedere il 3D, e per questo motivo sono nate altre due tecnologie, ovvero Dolby 3d digital cinema e una tecnologia più casalinga per rendere la profondità. La seconda prevede la sostituzione di monitor o tv con una versione ricoperta di vari strati di diversi materiali che per le persone direttamente di fronte alla TV risulta fornire una immagine 3D. Al contrario il sistema Dolby è al momento disponibile solo in rarissimi (e ricchissimi) cinema.

Da quando la prima immagine è stata inserita in un monitor abbiamo sempre cercato di trovare la tridimensionalità, come se fossimo alla ricerca di una vera e propria finestra su un mondo virtuale. Sarà possibile in futuro? Per ora la virtualità ci permette di avere l'aspetto opposto, ovvero creare finestre improbabili tra luoghi diversi della realtà fisica..


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giovedì 9 aprile 2009

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TV - "Academy"

Di Maikol Ciabatti


Non sarà solo la musica a battere sul 2, adesso anche la danza scende in pista. Dopo X-Factor, è ancora tempo di talent show per Raidue: il 13 aprile farà il suo esordio "Academy", programma dedicato all’eccellenza della danza, condotto da Lucilla Agosti. Fatica, passione, talento, speranza e 20 ballerini (10 ragazzi e 10 ragazze), tra i 18 e i 24 anni, che si sfideranno per vincere un prestigioso stage all’estero.

La rete di Antonio Marano continua a puntare sui talent show per catturare il pubblico più giovane e per trovare una valida e competitiva alternativa agli Amici di Maria De Filippi, che in quanto a ballo e canto, tengono banco da ormai otto edizioni. A guidare i ballerini nell’accademia Lucilla Agosti, volto giovane in ascesa, e tre professori d’eccezione: Luciana Savignano, ballerina formatasi alla Scala di Milano, Lin Phil, coreografo che ha lavorato tra gli altri con Justin Timberlake, Britney Spears e Craig David, e Raffaele Paganini, ballerino e attore teatrale, già giudice di numerose sfide ad Amici.

Academy debutterà il lunedì di Pasquetta con la striscia quotidiana dalle 14 alle 15 (le prime due settimane dedicate ai provini e alle selezioni dei ragazzi) e da sabato 25 aprile per sette puntate in diretta dalle 14 alle 17 con sfide ed eliminazioni. Gran finale mercoledì 10 giugno in prima serata.

Nel corso del programma i concorrenti, che si sono presentati ai provini con uno stile proprio, avranno modo di cimentarsi nei vari tipi di danza, dal classico al jazz, dal moderno all’hip-hop.Una scommessa, dunque, che qualora fosse vinta, potrebbe tornare già in autunno, in accoppiata con X-Factor, per contrastare al meglio Amici. Non solo una scommessa per la rete ma anche per la conduttrice Lucilla Agosti, che, dopo aver dato buona prova di sé al Dopofestival del 2008, ha finalmente la sua grande occasione per dimostrare capacità e talento dopo una “lunga” gavetta tra cinema e televisione, dopo le delusioni per un Festivalbar annullato e per un mancato ruolo da iena.
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mercoledì 8 aprile 2009

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TECNOLOGIA - "Un punto di vista alternativo"

Di Margherita Marchioni


In attesa dell'articolo del nostro nerd Marco Montanari, vi propongo una storia che sono certa essere vera, in quanto accaduta a me personalmente. Vi chiederete cosa centri la merda d'artista. Lo capirete proseguendo la lettura. 

Vivo in campagna. E questo non aiuta. Ma quello che mi è capitato oggi va oltre ogni limite. Attualmente ho un abbonamento ad internet di Alice flat, 20 mega, che pago interamente nonostante me ne arrivino appena 1,5. Per risparmiare qualche soldo sulla bolletta del telefono mi ero finalmente decisa ad abbassare il mio profilo da 20 a 7 mega - 18,5 mega sono infatti inutilizzabili - e passare ad "Alice tutto incluso", che comprende telefonate verso i fissi, internet e pay tv a circa 35 euro al mese. Per chi fa molte telefonate come me, poteva essere un modo interessante per abbassare i costi.

La scorsa settimana, dopo aver parlato con un'operatrice che mi ha assicurato la copertura del servizio sul mio territorio, ho preso appuntamento con un tecnico per mercoledì 8 aprile, ovvero oggi. 

Il tecnico si presenta alla mia porta, munito di nuovo modem e decoder per digitale terrestre e mi dice di aver già sistemato tutto in centrale, abbassando la mia banda da 20 a 7 mega.

Colleghiamo il modem. Lo accendiamo. Aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo. Niente da fare. Non si allinea. Il povero tecnico prende un oggetto per verificare la banda che arriva alla presa. Ma nemmeno quello trova il benché minimo segnale.

Salta fuori che in campagna mi arriva la 20 mega (solo 1,5 mega in realtà), ma se abbasso la banda a 7, non mi arriva più nulla. Il tecnico torna in centrale, risistema l'adsl a 20 mega e, come per magia, internet ricomincia a funzionare.

Questa è la merda d'autore chiamata Telecom. Sarei obbligata a pagare 20 mega quando me ne arrivano 1,5. Non credo proprio, forse pensano che io sia fessa. Li chiamerò ogni giorno, day after day. Finché non mi abbasseranno il costo dell'abbonamento o saranno in grado di farmi arrivare quello a 7 mega. Non mollerò. Nemmeno loro molleranno, ma gli conviene? (Citando Beppe Grillo)

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"Madonna, Mr. Obama e la Terra che Trema"

Di Alessia Manferdini


La tragedia che ha colpito l’Abruzzo è sulla bocca di tutti. Tutti ne parlano, tutti hanno la risposta al problema degli sfollati, tutti sanno dove prendere i soldi per iniziare a ricostruire, tutti hanno mandato un messaggio per donare 1 euro ai poveri disgraziati che hanno perso tutto.

Ma è proprio questo il problema. Hanno perso tutto. Amici, famigliari, animali, le cose e gli affetti di una vita. E noi a cosa sappiamo pensare? Soldi soldi soldi. Il sindaco ha addirittura fatto un appello alla pop star Madonna per chiederle di devolvere l’incasso del suo prossimo concerto alla regione. Nessuno si rende conto che a soli pochi giorni da una tragedia del genere le persone non hanno probabilmente come primo pensiero l’andamento della borsa o del mercato.

Il pensiero, il dolore va a tutte le persone che sono morte e che non si vedranno mai più. Persone che sono morte abbracciate alla persona amata, un padre che ha fatto da scudo al figlio con il proprio corpo, anziani che nel sonno sono morti incapaci di reagire. Non credo che gli amici e i parenti di questi piccoli grandi eroi abbiano pensato all’eredità lasciata o alla macchina da ricomprare.

Invece di dire dove trovare e come investire i soldi, perché non pensiamo un po’ di più allo stato d’animo dei miracolati da questa strage? E se proprio vogliamo parlare di soldi perché non parlare, anzi urlare tutti in coro ai pezzi grossi, dei miliardi di euro investiti per costruire un ospedale anti sismico che alla prima scossa – seppure violenta - sono crollati su se stessi? Perché non parlare del fatto che Mr. Obama ci aiuterà a ricostruire i monumenti storici invece di campi di accoglienza per gli sfollati? Questi sono i soldi di cui si deve parlare! Agli abitanti dell’Aquila servono vestiti, cibo, medicine, un posto dove rifugiarsi… ma soprattutto affetto e comprensione!

Ovviamente anche i giornali sono arrivati, con la loro sete di notizie, a immortalare i volti sconvolti e terrorizzati di adulti, anziani e bambini. Fotografie su fotografie che servono solo per vendere centinaia di copie in più, addirittura Panorama è in edicola con un’edizione speciale interamente dedicata al terremoto abruzzese. Solo una mera speculazione sul dolore di migliaia di persone.

Per onore del vero – e per fortuna - ci sono persone che sono partite per andare sul posto a scavare tra le macerie e cercare di aiutare chi ha perso tutto. 
Il problema, però, è che sono solo una minoranza, l’Italia vera è un’altra: quella che sostiene spese folli per costruire ospedali che non si rivelano a norma, un paese laico che ancora una volta ritiene più importante la salute delle sue chiese piuttosto che quella delle persone e un attaccamento al denaro, visto come unica soluzione e fonte di felicità, che fa invidia a Zio Paperone. 

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martedì 7 aprile 2009

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"Let's Pizza!"

Di Margherita Marchioni

Siete ancora fra quelli che comprano la bottiglietta d'acqua o il Twix nelle macchinette? Sappiate che diventerete obsoleti. Negli U.S.A. - e soprattutto nella Grande Mela - sta avendo grande successo la macchina automatica "sforna-pizze" inventata dall'imprenditore di Rovereto Claudio Torghele, con la consulenza dell'università di Bologna. Il marchingegno, che si chiama "Let's Pizza", impasta sotto i vostri occhi attoniti solo ingredienti freschi e, spendendo circa 5 € e con 3 minuti di attesa, vi serve una pizza d'asporto fumante, dall'aspetto invitante. Visto che il 25 aprile parto per N.Y. vi farò sapere com'è!

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Letture: IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO di Truman Capote

Di Margherita Marchioni


Oggi voglio esulare dal romanzo, per soffermarmi su una forma di scrittura più breve, che non cessa mai di stupirmi ed affascinarmi: il racconto. Circa un anno fa, la biblioteca di Repubblica-l'Espresso ha pubblicato 25 racconti di scrittori famosi in formato "libricino", con testo in lingua originale e traduzione a fronte. La seconda uscita era dedicata a Truman Capote, genio del New Journalism che ha prodotto opere come A Sangue Freddo - forse la più famosa - e Colazione da Tiffany, ma anche tante short stories, che potete trovare raccolte in un unico testo intitolato La Forma delle Cose, edito da Garzanti.

Il racconto scelto da Repubblica-l'Espresso è "The Thanksgiving Visitor" (Il Giorno del Ringraziamento, in italiano), che potete ascoltare qui. Non avevo mai letto nulla di Capote. Dopo questo racconto mi sono ritrovata alla cassa di Feltrinelli per acquistare Colazione da Tiffany e tutti i suoi racconti. Mi manca solo A Sangue Freddo, che, prima o poi, finirà nella mia libreria.

"Il giorno del Ringraziamento" parla di Buddy, un bambino che assomiglia tanto al Capote giovane che viveva nel Sud degli U.S.A. E' proprio il Sud, con la S maiuscola, a fare da sfondo a questa storia, una storia fatta di bullismo e di perdita di innocenza, ma anche di tanta povertà durante gli anni della depressione. Buddy si ritrova nelle mire di un compagno di scuola, Odd Henderson: "Odd Henderson era l'essere più maligno che avessi mai conosciuto". L'unica persona con cui Buddy si confida è una delle zitelle, sue lontane parenti, che l'hanno accolto in casa, Miss Sook, una donna sulla sessantina che ha la mente di una bambina e riesce a comprenderlo a meraviglia. Di Capote mi ha colpito proprio la delicatezza con cui riesce a descriverla: Miss Sook è un essere puro, considerato strambo dai più, perché vive in un mondo tutto suo, che, tuttavia, non è meno reale di quello vero. L'amicizia che si instaura tra Buddy e Miss Sook è di rara dolcezza e complicità, due anime sole che si danno conforto e sostegno. Sarà proprio Miss Sook a decidere di invitare Odd Henderson al pranzo per il giorno del Ringraziamento. Ed è grazie a Miss Sook che il lettore viene in contatto con la realtà più dura della Grande Depressione: una baracca di lamiera e un camino spento sono tutto quello che la famiglia di Odd possiede. Capote sembra volerci dire, come il francese Zola, che è l'ambiente a formarti, la privazione o il suo contrario. Odd è quel che è perché la sua condizione lo ha reso così. I suoi comportamenti, negativi o positivi che siano, non sono premeditati, sono istintivi. Mentre chi, come Buddy, decide di umiliarlo deliberatamente, diventa imperdonabile.

Poche pagine da gustare una parola alla volta, perché la perfezione della scrittura di Capote esige perfezione nell'orecchio di chi ascolta.

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lunedì 6 aprile 2009

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ITALIANS: "Semana Santa: quando la religione diventa tradizione"

Di Elena Menini

Finalmente sono tornataaaa! Chiedo scusa ma il lavoro mi ha occupato gran parte delle giornate (e con gran parte intendo più o meno 12-15 ore al giorno) e, in più, il computer ha deciso di non funzionare per almeno due settimane! Comunque, ora sono più ricca ma anche molto più stanca. E non solo per colpa del lavoro!

Dovete sapere infatti che, proprio oggi, è iniziata a Siviglia la settimana più importante dell’anno, quella a cui un sivigliano "di origine controllata" non può rinunciare, quella settimana per la quale i bambini iniziano a fare il conto alla rovescia, appuntando ogni giorno che manca sul loro diario (un po’ come noi facevamo con le vacanze estive). E così, a forza di -40,-39, -38, -37 è arrivata: LA SEMANA SANTA.

Ora, visto il periodo e il nome, è abbastanza scontato che io stia parlando della settimana di Pasqua, che parte con la domenica delle palme (in spagnolo Domingo de Ramos) e si conclude con il giorno di Pasqua. Quello che non era per niente scontato e con cui ho dovuto fare i conti oggi, per la prima volta nella mia vita, è il fanatismo e la “religiosità” che si celano dietro a tutto questo.

Vi spiego meglio: durante la settimana, in tutto il centro di Siviglia, partono delle processioni che attraversano tutta la città. Queste processioni, ovviamente, sono composte da vari personaggi: si parte dai NAZARENI, ovvero persone comuni vestite con il tipico abito che noi attribuiamo al Ku Klux Klan, che cambia colore a seconda della hermandad di cui si fa parte (una specie di parrocchia). In termini numerici si va da 500 fino a 2000 membri A PROCESSIONE!!!!!

Questi buffi personaggi sono seguiti dal PASO che è niente di più che un altare, sorretto da 30-50 persone, tutte nascoste sotto la pesantissima impalcatura d'argento, che porta la Madonna e il Cristo (attenzione qua non c’è un solo Cristo e una sola Madonna, ogni processione ha i suoi e i nomi ovviamente cambiano). Le statue che rappresentano queste figure sono molto grandi e coperte da drappi e mantelli di velluto, bordati in oro, lavorati a mano e decorati con una serie di corone di fiori e candelabri in oro e argento che sono veri e propri pezzi d’antiquariato.

Dietro il paso arriva la BANDA, il cui compito è quello di rendere il tutto ancora più tetro di quanto già sia, suonando requiem e canzoni veramente deprimenti, a tratti persino angoscianti (prevalgono i tamburi e i tromboni, diciamo che proprio allegre non sono). Anche qui i componenti variano da 30 a 70.

Poi arrivano tutti i familiari di tutti i componenti del “PASO” che è anche il nome generico che si usa per la processione.Più tutta la gente che assiste ammassata sulle transenne o al bordo della strada.

E, cosa più importante, non si può attraversare un Paso. Bisogna aspettare che finisca o inventarsi le più svariate bugie: per esempio, io oggi ho adottato la tattica del “vivo giusto giusto in questa porta di fronte” e non ha comunque funzionato. Attraversare la processione è il pass-par-tout per l’Inferno.

Ma se non si vive la Semana Santa di persona è difficile immaginarsi la quantità di problemi e inconvenienti che può creare tutto questo e così cerco di spiegarvelo.

Numero uno: la processione esce dalla chiesa di cui fa parte, per poi farsi un bel giro in tutte le vie del centro (per chi fosse stato a Siviglia sa che le vie del centro, se sono grandi, sono poco più che tre metri di larghezza) e rientrare poi dopo 7-8 ore nella stessa chiesa da cui era uscita (pensate a quei poveretti che stanno 7-8 ore a sorreggere un altare che pesa tonnellate, per non pensare poi a quando devono entrare in alcune chiese la cui porta è troppo bassa e vanno avanti inginocchiati… credo che questo aprirebbe il Paradiso a chiunque)

Numero due:se ce ne fosse solo una al giorno sarebbe forse piacevole. Ma no. Ci sono una media di 10 processioni al giorno, che si incrociano, si scambiano, si attraversano, si mescolano, per tutto il centro. Risultato: tutte le strade sono chiuse o inagibili per la quantità di gente o perché proprio in quel momento ci si imbatte in un Paso (e in una città che ha il centro storico grande più o meno come quello di Bologna, capite che succede frequentemente nell’arco di una giornata).

Numero tre: vieni ricoperto di insulti solo perché, dopo ore di attesa, prendi il coraggio a due mani e decidi di sfidare le alte sfere e tutti i santi attraversando la processione. Hai già i nervi abbastanza tesi e la risposta sgarbata e maleducata ce l’hai sulla punta della lingua da quando hai messo piede fuori casa, soprattutto perché ti stai sorbendo tutto questo non per scelta personale, ma perché, in un modo o nell’altro, devi andare al lavoro. Vi assicuro che inimicarsi un Sivigliano non è divertente.

Numero quattro: secondo voi qual è il pit stop obbligatorio per tutte le processioni? La cattedrale.E secondo voi dove vivo io? Esattamente di fianco alla cattedrale e, con di fianco intendo A LATO della cattedrale. Le mie finestre si affacciano sulla piazza centrale.E secondo voi dove lavoro? Esattamente di fianco alla seconda piazza più importante in questa settimana: riassumendo, ci metto due ore e passa per fare un tragitto che normalmente copro in 10 minuti, camminando senza fretta e ascoltando il mio iPod.

Numero cinque e poi concludo: come vi dicevo Siviglia ha una popolazione di più o meno 700.000 abitanti: durante la Settimana Santa arriva a 3 milioni: gli alberghi sono affollatissimi, la gente (io inclusa) affitta camere, finestre e balconi e riesce a pagarsi due mesi di affitto, insomma anche di notte, quando tutto è “tranquillo”, c’è veramente tanta gente in giro.

Il giorno peggiore è il Giovedì santo o come viene chiamato qua, LA MADRUGA’.
“Madrugar” in spagnolo significa fare le ore piccole e questo è quello che fanno le processioni: escono dalle varie chiese all’una di pomeriggio per poi rientrarvi solo alle 3 del pomeriggio dopo…un after hour di requiem, incappucciati inquietanti e tonnellate di persone sedute o in piedi, aspettando di vedere un altare, che è esattamente uguale a quello che hanno visto un’ora prima, nella via accanto.

E allora io mi chiedo: con tutta questa dedizione e fede, le chiese alla domenica, alla messa, saranno piene di gente. Ma neanche per sogno. E’ solo in questa occasione che tutto si mescola: molti di quelli che partecipano attivamente alla processione, nazareni, portantini, fans, nella maggior parte dei casi non sanno neanche cos’è una messa. Entrano il sabato prima in massa in chiesa, per confessarsi, per poter affrontare la settimana ed espiare i loro peccati, si schiacciano le vertebre (e succede davvero), si distruggono le schiene e le gambe, portano enormi croci di legno e tutto questo per cosa? Religione? No. Non si tratta più di religione, questo non ha niente a che vedere con la sacralità della Pasqua. E’ semplicemente una tradizione a cui non si può mancare, una specie di obbligo morale verso la città e una scusa per stare a casa dal lavoro una settimana intera.

E a noi che siamo guiri, "stranieri" come ci chiamano qua, che cosa ci rimane? Nervosismo per tutta la settimana, arriviamo a disprezzare la Semana Santa prima ancora di vederla, non la guardiamo più con occhi obbiettivi: siamo completamente condizionati, la nostra vita, il nostro ritmo di vita, viene completamente condizionato. Perfino il mio cane è disorientato e non sa più da che parte si va per andare al parco. Si accontenta del cortile interno. E cosi farò io: andrò al lavoro con il sorriso perché so che Gesù vorrebbe cosi e la Madonna anche… e che forse guardano dall’alto e pensano: ma tutta questa cosa è davvero necessaria?

Sarò blasfema, forse qualcuno mi immaginerà a bruciare su un rogo e forse dovrebbe chiedersi dove finisce la religione e dove inizia il fanatismo: ma questo mi fa capire che “tutto il mondo è paese” e che, se qualcuno conoscesse la risposta, non ci troveremmo con tanti morti in nome di Dio.
Amen.

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domenica 5 aprile 2009

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Flickr Artist: "MADSUNCARIBOU" Shannon Streuly

Di Margherita Marchioni

"Crucify"

L'artista di questo weekend è la prima donna che intervistiamo per la nostra rubrica di Flickr. Shannon Streuly è una fotografa americana, i cui scatti mi hanno colpito per la loro immediatezza e freschezza. I colori delle sue foto ti fanno venir voglia di toccare gli oggetti che immortala, come se fossero davanti a te. Incredibile è anche la varietà di soggetti che usa, dalle bambole alle scarpe, passando attraverso frutta, fiori, finendo all'uragano Katrina che ha colpito la sua terra e alla religione. L'intervista è - per il momento - solo in lingua originale.

Visitate il suo sito su Flickr!

Visit her site on Flickr!

1) Can you tell us something about yourself and your passion for photography?
When I was little my grandfather always had a camera with him and took pictures all the time. I first got interested in photography when I was 12 years old. I learned how to shoot film and develop it and make my own prints. However, at some point I switched to painting and used that as my form of creative expression until my thirties. I returned to photography about five years ago and got really serious about it. Since then I carry a camera, or two or three with me at all times. I love how photography is very intimate and allows brief glimpses into someone's life or situation. I've always loved a good story.

"Bad Apple"

2)I discovered you thanks to the photo "Bad Apple" which I think is amazing. How did you get in touch with the Ttv (Through the viewfinder) technique? Can you tell us something about it?
Thank you! I first read about "Through the viewfinder" in JPG magazine. I was intrigued by the images and thought it was something I could do. So I got on eBay and won a Kodak Duaflex I and since then I've acquired several more cameras and will switch them out.
As a technique it's pretty simple. An older twin lens reflex camera with a large enough viewfinder on the top serves as the bottom camera. Next you build a tube or box (called a contraption) for a digital camera to sit at the opposite end. Then using the digital camera, you take a picture of the image within the viewfinder. Russ Morris (http://www.russmorris.com/ttv/) has an excellent tutorial on TtV and he also provides a pdf of instructions for building a perfect contraption.
I love TtV for its imperfections. The images often come out flawed and blurry but that is what makes them so special. I also like the vintage quality of the images.

"Help"

3)One of your set is about hurricane Katrina. What kind of experience was it as a photographer?
Hurricane Katrina was completely devastating to the Coast of Mississippi, where I live. I was so stunned when I saw firsthand the complete destruction of so many lives. As a photographer I wanted to take the opportunity to show others what it was like here. And to share my experiences immediately following the storm. I don't know if anyone can really appreciate what happened though, without seeing it in person.

"Kodak Duaflex"

4)You use many techniques and cameras. Which is your favourite?
Through the viewfinder is definitely my favorite technique. Although I love using my various lomo film cameras. I also adore polaroids.

"Walking"

5)What about those cute little dolls you like so much? Why did you choose them?
I first saw interesting pictures of Blythe dolls on myspace. One of my contacts had some really great images of this big eyed doll. I had no idea what type of doll it was so I did a search and found out it was Blythe. I acquired one for myself and ever since I just love taking pictures of her. I love their large eyes and colorful hair. And the cute little outfits, I get to be a little girl again playing with my dolls!

"sluttySHOES"

6) One of your set is about shoes. Do they mean something special to you?
I have a good friend who loves shoes. We started taking a picture a day of the shoes we were wearing for a month. Shoes are just fun and easy way to express yourself.

I just want to say that Flickr has been a big part of rekindling my passion for photography. I'm inspired every time I'm on Flickr by the talented people all over the world. I also have a site where my TtV prints can be purchased - madsuncaribou.etsy.com - I ship world wide too!
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Nuovo Cineforum all'Arci "Sputnik Tom"

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"Beppe Grillo a Chiaiano"

Di Margherita Marchioni

Di Beppe Grillo si sentono dire tante cose. Personalmente lo adoro, ma conosco persone che pensano che sia un disfattista a cui niente va mai bene. Voglio proporvi questo video di un'intervista fatta da "Anno Zero". La penso in questo modo: a Beppe Grillo non va mai bene niente perché in Italia si stenta davvero a trovare qualcosa che funzioni come dovrebbe. Perché gli italiani dovrebbero accontentarsi? Perché si devono continuare a vedere e sopportare le solite truffe e incompetenze croniche, quando in giro ci sono dei Zapatero o degli Obama (ma anche degli Arnold Schwarzenegger, come vedrete nel video) che, magari, non renderanno il mondo perfetto, ma almeno ci provano. Lo chiedo a chi accusa Beppe Grillo di qualunquismo. Vorrei davvero sentire il parere dei nostri lettori su questi pochi minuti di intervista. Fatevi avanti.

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FOTO dei LETTORI

"Claudio compie 10 anni"

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FOTO della SETTIMANA

Di Margherita Marchioni

Foto di gruppo al G20 di Londra. Il fatto che Obama e Dmitry Medvedev ridano fa sperare in bene. Il fatto che, in mezzo a loro, ci sia anche Silvio Berlusconi non mi rassicura del tutto... Speriamo che non parta un altro affettuoso "abbronzato".

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venerdì 3 aprile 2009

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"Arte ai raggi X"

Di Marchioni Margherita

Elefantino a batteria

Si chiama "Radiology Art" ed è un progetto iniziato nel 2007 dall'artista e studente di medicina Satre Stuelke. Sotto una scanner usato per ricerche scientifiche sono finiti giocattoli, panini, oggetti elettronici, la cui immagine tridimensionale ottenuta è stata poi modificata con Osirix e Photoshop su Macintosh iMac. I colori assegnati ai vari oggetti dipendono dalle varie densità che presentano, così come lo sfondo a loro assegnato. Potete vedere le altre opere di Stuelke su questo sito. E' anche possibile inviare le proprie creazioni ai Raggi-X o oggetti che credete valgano la pena di essere radiografati dall'artista.

Cane giocattolo con movimento meccanico

Hamburger

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Nunssssssss

Di Marchioni Margherita

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"Pubblicità creativa"

Di Margherita Marchioni

Su Repubblica è uscito un servizio sulle immagini pubblicitarie più originali sparse per il mondo!

Ecco qualche esempio! Per vederle tutte andate QUI!


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CINEMA - "Watchmen"

Di Margherita Marchioni

Cosa fanno i supereroi in pensione? Muoiono. Sia metaforicamente che letteralmente. E' quello che accade ai personaggi del film di Zack Snyder, regista eclettico e visionario già al cinema con L'alba dei morti viventi e 300. La locandina di Watchmen ("Vigilanti" in italiano letterale), pellicola tratta dalla miniserie fumettistica di 12 numeri vincitrice di un Hugo Award e creata da Alan Moore e Dave Gibbons, potrebbe sembrarvi quella già vista per tanti altri film che narrano di supereroi. Ma questo è il film degli anti-eroi per eccellenza, forse il più bello degli ultimi anni - insieme a Hellboy 2.

In un'America del 1985 in crisi d'identità, nel bel mezzo della guerra fredda con l'URSS e con Nixon ancora al potere, i supereroi di Watchmen si ritrovano all'improvviso a dover fare i conti con la loro identità in dissoluzione. Niente più gloria, niente più battaglie da vincere per il bene della società. Sono stati costretti a togliersi la maschera e a deporre i loro poteri. 

Ma alcuni di loro non lo hanno fatto e continuano a vagare per le strade bagnate di New York, cercando di risolvere il mistero celato dietro la morte di uno dei watchmen più spietati, il Comico. Il fumetto Watchmen - come il film - analizza le contraddizioni del supereroe in costume, ne studia i vizi e i difetti, ribaltando lo schema del fumetto tradizionale. Il rapporto che gli uomini mascherati hanno con la società  è contrastato,  a volte di amore, altre di odio, perché il compito di un watchman è quello di proteggere  il mondo da se stesso. E i fini giustificano i mezzi, qualsiasi essi siano.

Scorre tanto sangue sullo schermo, un po' come in Sin City. I colori, con predominante azzurra, aggiungono qualcosa in più all'atmosfera. 2 ore e 30 di puro fumetto animato potranno stancare chi non ama i graphic novel, ma per tutti gli altri sono minuti di puro godimento.

Aggiungete titoli di testa da urlo e una colonna sonora eccezionale. Watchmen racconta la morte del sogno americano: "Che cosa è accaduto all’America? Che fine ha fatto il sogno americano?”. La risposta del Comico, accingendosi ad aprire il fuoco sulla folla in assetto da guerriglia, è lapidaria: “ Si è avverato. Lo puoi ammirare ora”.

Da Film.it: "Questa magnifica sequenza (titoli di testa) da sola riesce a raccontare tutta la disillusione di un’epoca invece dominata dal terrore della guerra nucleare e dalla perdita di valori comuni. Specchio dell’America degli anni ’80, della sua falsa democrazia in cui domina l’individuo sulla collettività, dove anche gli eroi perdono la loro innocenza e si fanno violenti e insensibili...".

Gustosa nel finale la battuta su Reagan candidato alla Presidenza degli U.S.A.

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giovedì 2 aprile 2009

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"Mutuability"

Di Margherita Marchioni

Se il pensiero di gestire i mutui non vi fa chiudere occhio e abitate a Castel Maggiore, MUTUABILITY potrebbe fare al caso vostro. Si tratta di un progetto della Provincia di Bologna che vuole aiutare le famiglie in difficoltà per il “caro mutui”. Un accordo stipulato con banche, notai e associazioni dei consumatori permette di far ottenere ai cittadini la portabilità gratuita dei mutui da banca a banca, insieme ad altre forme di sostegno. Grazie allo sportello Mutuability il Comune offre al cittadino la possibilità di rinegoziare i propri mutui, ad esempio cambiando le rate, di trasferirli da una banca all’altra gratuitamente, di sospenderli in presenza di alcuni requisiti. Sarà anche possibile accedere ad un servizio di microcredito di sostegno, in caso di situazioni particolari di reddito. Lo sportello è aperto dalle 9 alle 12, ogni primo e terzo giovedì del mese, al quarto piano di piazza Amendola 1, ma anche presso l’URP di piazza Pace, ogni secondo e quarto giovedì del mese, con lo stesso orario.


Un altro impegno concreto dell’amministrazione per sostenere le famiglie in questo momento di crisi. Mutuability arriva alcuni giorni dopo la consegna, da parte del Comune, di 6 appartamenti a canone calmierato, cioè più basso del canone di mercato, destinati a quelle famiglie che non riescono ad accedere all’edilizia residenziale pubblica ma che, al tempo stesso, non riescono neanche a pagare un canone di libero mercato.


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"Una Vuitton al giorno...su MyLuxury"

Di Margherita Marchioni

Adorate le borse? Sono anni che non potete permettervi un nuovo esemplare da affiancare al vostro ormai consumato bauletto Vuitton? Non paventate! MyLuxury vi aiuterà! Su questo sito è possibile noleggiare una borsa firmata (si va da Vuitton, a Chanel, passando per Jimmy Choo e Balenciaga) per una settimana, per un mese o per di più! I prezzi variano a seconda del modello e della marca. Si va dalla categoria "Easy Chic" (che parte da 15€ la settimana), a quella "Prestige", alla "Exclusive" (35€ per week). Una Balenciaga "Whistle Square" costa 50€ a settimana, 180 al mese. Si noleggiano con carta di credito (niente Poste Pay) e vi vengono consegnate direttamente a casa, dove rimarranno a farvi compagnia per tutto il tempo che vorrete. Al momento dell'addio, sarà MyLuxury ad accuparsi del ritiro! 

Quindi, datemi retta: perché comprare una borsa da 500-2.000 "euri", quando ormai sanno tutti che sono i cinesi sottopagati a farle in sub-appalto? Una vecchia puntata di "Report" raccontava che il costo di creazione di una borsa D&G si aggira intorno ai 30€. I prezzi in negozio diventano ben diversi. E allora noleggiatele e tenetevi i soldi per un bel viaggio!

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