Di Veronica Lenzi
La mia università è sicuramente uno dei più legati al mondo sportivo, ma questa non è partigianeria: dalle high schools in avanti, l’intero sistema scolastico americano è attento a promuovere e foraggiare la nascita di nuovi talenti sportivi. Se UCLA ha contribuito a 15 delle 82 medaglie statunitensi, il motivo risiede nel suo successo durante la gara spietata fra colleges che si svolge ogni primavera per aggiudicarsi i ragazzi più promettenti. Le borse di studio sportive rimangono fra le più vantaggiose del sistema universitario ed è certamente vero, come ricordano gli altri studenti con un pizzico di malignità, che permettono a studenti non esattamente brillanti di accedere ai college di punta della nazione solo per le loro doti sportive. A onor del vero, però, se lo studente-sportivo trascura i libri a favore dell’allenamento, risultando ripetutamente assente alle lezioni o fallendo gli esami, viene automaticamente sospeso dalla squadra fintanto che non torna sulla retta via.
Non bisogna ovviamente pensare che le università investano in modo così massiccio sullo sport per puro spirito di servizio al medagliere della nazione. I ritorni economici e di prestigio ci sono eccome. Gli USA ospitano l’associazione sportiva universitaria più grande del mondo, la National Collegiate Athletic Association (NCAA), sotto la cui egida giocano circa 1200 colleges, divisi in varie conferences (sotto-categorie basate sulla posizione geografica). La NCAA organizza e gestisce campionati in quasi cinquanta specialità differenti, portando le migliori università di ogni conference alla sfida finale. Molti sport hanno successo di pubblico, permettendo all’organizzazione (e alle università) di ottenere buoni ricavi dai biglietti. Le partite si svolgono seguendo le regole e le tradizioni dei professionisti, speaker (studente) che commenta le partite incluso. Basket e football sono le discipline più popolari, tanto che persino Mr. Obama non ha resistito a compilare il suo personale pronostico (bracket) per i risultati della pallacanestro. Purtroppo per lui, Duke ha cancellato le speranze di vittoria della sua favorita North Carolina. Gli studenti migliori, sono ovviamente i candidati ideali ad essere scelti dalle squadre statunitensi, una volta terminati gli studi.
Terminando la nostra arrampicata sulla collina del campus con un caffè ristoratore, i miei amici ed io abbiamo pensato con un po’ di tristezza ai nostri atleti costretti a cercare uno sponsor con il lumicino e a far necessariamente parte delle forze armate per poter continuare ad allenarsi. Inoltre, riflettevamo sul fatto che un sistema integrato come quello americano, dove lo studente non deve percorrere kilometri per trovare un luogo di allenamento decente, aiuta il giovane sportivo a non dover mollare gli studi pur di continuare il proprio sport, evitando una scelta difficile e comunque ingiusta.
Per una volta, abbiamo concluso noi italiani, c’è da prendere esempio.
1 commento:
piccola precisazione.
fortunatamente, per UNC (University of North Carolina) e per mr. Obama, le cose non sono andate come voleva Duke, che è stata sconfitta da Villanova alle semifinali regionali dl torneo NCAA; Villanova in seguito è stata battuta da UNC nella semifinale nazionale, per poi laurearsi, per la gioia di molti tifosi e di chi, come Obama, l'aveva pronosticata vincente.
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